Amici in cerca di una nuova famiglia per sempre
Cominciammo a ricevere notizia di qualche luce rimasta accesa nelle case dei giapponesi, e di animali in difficoltà.
Un canarino apatico intravisto dalla finestra dei Fujimoto. Carpe koi moribonde nel laghetto degli Yamaguchi.
E dappertutto, i cani.
Gli offrivamo ciotole d'acqua, pezzi di pane, avanzi della nostra tavola, e il macellaio ci manda un taglio fresco di filet mignon.
Il cane dei Koyama annusa educatamente e poi si allontana.
Il cane degli Ueda ci sfreccia davanti e prima che riusciamo a fermarlo è già fuori dal cancello.
Il cane dei Nakanishi - un terrier scozzese che è una copia sputata del cagnolino nero del Presidente, Fala - mostra i denti e non si lascia avvicinare.
Ma gli altri corrono a salutarci come se ci conoscessero da sempre, e poi ci seguono a casa, e nel giro di pochi giorni troviamo loro un nuovo padrone. Una famiglia non vede l'ora di adottare un cane giapponese. Un'altra chiede se ci sono dei collie. La moglie di un giovane soldato appena chiamato alle armi porta a casa il beagle nero e marroncino dei Maruyama, Duke, che la segue da una stanza all'altra senza mai perderla di vista. dice.
A volte, però, nel cuore della notte, lo sente uggiolare nel sonno e si domanda se li stia sognando.
(Julie Otsuka, Venivamo tutte per mare)
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